Ci sono incombenze e obblighi che, pur essendo ineccepibili e doverosi, sono lontanissimi dalla nostra volontà, e non vorremmo mai essere costretti ad assolverli. Non ci sono parole per descrivere la tristezza di momenti come questo, quando da poche ore si è ricevuta una notizia che ci proietta, con la forza crudele del destino, in un futuro che non avrà più, fra i suoi più cari protagonisti, il nostro amato Presidente. Nel caso specifico, poi, non abbiamo nessuna possibilità di ricorrere ad alcuna scappatoia, ad alcun sotterfugio, seppur, sia detto chiaramente, a fin di bene. Con un uomo come Antonio, non serve la retorica, non aiutano le frasi fatte, non ci salva il rifugio dell’emotività. Potremmo dire di lui tante cose, di quelle che dall’esterno, da parte di chi non lo conosceva, potrebbero risultare le classiche parole di circostanza; ma chi ha avuto la fortuna di incontrarlo, e noi della UILT in particolare, sappiamo bene quale sia il valore e la qualità dell’uomo di cui stiamo parlando… e dunque non avremmo alcun dubbio a sottoscrivere i tanti elogi che potremmo enumerare.
Non voglio dunque avventurarmi in un tale esercizio, ma voglio almeno riprendere e sottolineare una parola che, non a caso, è stata la più ricorrente nei tanti messaggi, commenti, telefonate, e quant’altro, che abbiamo accumulato in questi giorni: la gentilezza di Antonio, il suo tratto cortese, in altri termini la sua signorilità, nel suo significato più nobile e sincero. Antonio era proprio un signore, un signor Presidente, il nostro Presidente.
A qualcuno questo suo essere gentile a volte appariva troppo accondiscendente, poco consono al decisionismo che serve quando si è ai vertici di una grande organizzazione. Niente di più sbagliato. Tanto per cominciare, per la sottile ironia della vita, qualcuno di questi ‘critici’ (in buona fede, intendiamoci) si è poi trovato nella condizione di poter usufruire a suo vantaggio del modo di fare di Antonio, che non era arrendevolezza, ma saggia capacità di mediazione, tenace volontà di trovare sempre soluzioni efficaci ma possibilmente non drastiche, ferrea determinazione a tenere unita la nostra organizzazione. E vi posso assicurare che, quando erano in gioco princìpi irrinunciabili e questioni assolutamente non più mediabili, il nostro Antonio ha fatto quel che si doveva fare… perché la sua stella polare era sempre la stessa: il bene della UILT, che per lui era la logica conseguenza dell’amore per il teatro. E per il bene della nostra UILT, Antonio adeguava se stesso alla necessità delle circostanze: era predisposto ad essere benevolo, ma lo era anche quando doveva mandare giù un boccone amaro; e se non poteva fare altrimenti, si costringeva ad essere rigido, seppur a malincuore e contro la sua natura.
Non è il caso di aggiungere altro. Abbiamo avuto la fortuna di avere con noi e condividere un pezzo di vita con un grande Presidente, un grande appassionato di teatro, e un grande amico. Come suol dirsi in questi casi, è nostro compito raccogliere la sua eredità di stile, di garbo, di buon cuore; ma soprattutto, è nostro dovere esserne degni. Ed ancora una volta, non è retorica.
Grazie Antonio, dovunque tu sia.
PAOLO ASCAGNI – Vice Presidente UILT