Tutti in maschera in tempi di pandemia
ANIMA MUNDI, la drammaturgia femminile italiana, X ed., 23 ottobre 2020
Chiostro ‘Nina Vinchi’ del Piccolo Teatro, via Rovello 2, Milano
Nonostante le restrizioni per il Covid-19, l’obbligo delle mascherine, il numero delle presenze contingentato, lo sciopero di Trenord e infine persino la pioggia, la decima edizione della Rassegna Anima Mundi, dedicata alla drammaturgia femminile vivente, si è svolta con serenità e oso dire con gioia. Nel Chiostro ‘Nina Vinchi’, oltre alle autrici e agli attori, erano presenti autorevoli rappresentanti del Comune di Milano e della cultura milanese come Maria Fratelli, Direttrice delle case-museo di Milano e Diana De Marchi, Presidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune e Laura Minguzzi, presidente della Libreria delle Donne, culla del femminismo italiano degli anni ’70.
Dopo il mio saluto e i miei doverosi ringraziamenti al Comune e alla UILT nazionale, Unione Italiana Libero Teatro, che, con il suo Presidente, Paolo Ascagni, sostiene da anni la nostra iniziativa, si sono succeduti sul palco gli interventi delle tre ospiti che, a turno, ci hanno brevemente parlato della crescente presenza femminile nelle diverse attività artistiche milanesi e non solo, una presenza che va costantemente arricchendosi di giovani talenti creativi che operano all’insegna della collaborazione fra donne. E infatti di collaborazione femminile hanno parlato le autrici, tutte drammaturghe di lungo corso, che si sono avvicendate sul palco per presentare la pièce scelta per la Rassegna. Una Rassegna che, dalla sua nascita, si propone di offrire una panoramica, ovviamente limitata ma speriamo significativa, sullo stato dell’arte della drammaturgia femminile italiana. Abbiamo quindi iniziato con la lettura di brani tratti da due opere già rappresentate e scritte rispettivamente da Anna Ceravolo, direttrice del Teatro di Documenti di Roma, e da Maricla Boggio, nostra drammaturga di riferimento anche all’estero oltre che Direttrice di RIDOTTO, storica rivista della SIAD, Società Italiana Autori Drammatici, assente per motivi di forza maggiore. Anna Ceravolo ha presentato il suo testo intitolato Buone Maniere, una satira graffiante sulla pubblicistica d’antan rivolta all’insegnamento dei dettami del cosiddetto bon ton imposto alle donne negli anni ’50/’60. Il brano è stato interpretato con la consueta verve da Domitilla Colombo. Di Maricla Boggio abbiamo poi presentato un brano tratto della sua opera intitolata ‘Il sogno di Nietzsche’, cioè Lou Salomé, da cui emerge il ritratto di una donna d’eccezione, in anticipo sui suoi tempi, e di grande spessore che invano uomini del calibro di F. Nietzsche e P. Klee tentarono di comprimere con le loro debordanti personalità. Il brano è stato interpretato dalla stessa Domitilla Colombo e da Angelica Cacciapaglia, una ingenua ma volitiva Lou Salomè. Abbiamo proseguito con la sezione dedicata alle Nuove Proposte, cioè ai testi scritti di recente e in parte già rappresentati da autrici come: Donatella Busini, Elisa Mascia, Maria Gabriella Olivi, Francesca Puglisi e Patrizia Schiavo.
Assente Donatella Busini per motivi di forza maggiore, Elisa Mascia ha quindi presentato Più della mia vita una pièce in cui mette in scena la vicenda, tratta da una storia vera accaduta negli anni ’50, di due donne, Anna e Maria, che rinchiuse nel manicomio di santa Maria della Pietà a Roma, trovano il modo di vincere il male oscuro e sopravvivere dandosi sostegno reciproco. Il brano è stato interpretato dalla stessa autrice e da una convincente e commovente Lucia Ciardo. Segue il testo scritto da Maria Gabriella Olivi intitolato ‘Modenacomelacittà’, in cui la passione per il teatro accomuna e divide due generazioni, una ex-coppia di attori e la loro giovane figlia, aspirante musicista, in un teatro ormai in disuso e abitato dai fantasmi dei personaggi immortali e dall’anziano attore Modena, come la città, appunto. Il brano prescelto si è avvalso della esperta e attraente interpretazione degli attori milanesi: Deborah Ravenna, Sonia Toja e Daniele Vecchi, con la regia di Stefano Vecchi. Ed ecco salire sul palco Francesca Puglisi, autrice dell’esilarante pièce ‘Non è Francesca’ che ci presenta e interpreta con brio e un ritmo trascinante le mille contraddizioni e le diverse sollecitazioni che piombano sulla donna di oggi, aspirante femminista del terzo millennio, provocandole una crisi d’identità vissuta con intelligenza e soprattutto autoironia. Concludiamo con un testo intitolato ‘Il laboratorio della vagina’ scritto da Patrizia Schiavo e interpretato dalla stessa Patrizia Schiavo coadiuvata dalle brave attrici Silvia Grassi e Sarah Nicolucci. Un’originale satira sull’immaginario maschile patriarcale che, nei secoli, si è avvalso e tuttora si avvale delle più incredibili similitudini vegetali, animali, culinarie.. per indicare l’organo femminile, centro monotematico e bersaglio delle loro fantasie sessuali. Prima di concludere la serata abbiamo unanimemente constatato come, del tutto casualmente, dai testi presentati sia emersa la comune metafora che indica la volontà delle donne di oggi, artiste o meno, di valorizzare se stesse grazie anche alla collaborazione con altre donne, evitando di cadere nella trappola del vittimismo e della recriminazione. La serata si è così conclusa fra gli applausi del pubblico presente in sala. ombretta de biase